Le paure sono degli amici alquanto ingombranti quando si è bambini. Si è terrorizzati da tutto, dalle cose che non si conoscono, dalla solitudine, dal buio e in alcune occasioni diventano davvero delle paranoie che i genitori faticano a gestire. Sono tante le mamme e i papà che si chiedono come fare ad aiutare il proprio piccolo ad affrontare lo scoglio. Di base bisogna seguire alcune piccole regole, facendo attenzione a non chiedere troppo, perché sono una tappa di maturazione psichica e di sviluppo della personalità. È quindi molto importante rispettare i tempi del bimbo.
Prima di tutto individuiamo le paure. Ce ne sono alcune normali, che non devono spaventare il genitore. Di solito sono quelle che si identificano con i classici stereotipi, dal buio alle streghe, dall’acqua all’uomo nero. Sono fobie passeggere, che a volte nascono da una storia un pochino “dura” o violenta. È però un terrore momentaneo e il più delle volte gestibile. Nel caso del buio o dell’uomo nero, basta un lumino o un orsacchiotto in camera da letto e gli incubi scompariranno.
Esistono poi delle cose che creano davvero terrore nei piccoli: quando queste fobie diventano troppo invadenti e limitano la libertà del vostro bambino, allora è il caso di prestare più attenzione. Per esempio possono nascere delle situazioni simili a seguito di un trauma o di un’esperienza molto negativa, come essere bloccato in luogo chiuso o aver conosciuto una persona sgradevole. Queste paure non si modificano e affinché non siano permanenti vanno gestite.
La prima cosa da evitare è far sentire i bambini dei fifoni, questo senso di debolezza e di vergogna non fa passare il terrore, ma lo fa nascondere che è ancora peggio. Cerchiamo di essere rassicuranti (prendetelo in braccio) e presenti, quando il piccolo manifesta le sue paure: bisogna aiutarlo a parlare e a raccontare ciò che prova. Non mostriamoci spaventati. Dobbiamo far capire a nostro figlio che non c’è nulla da temere: questo messaggio rassicurerà il bambino. Infine, non fate mai confronti né con un amico né con un fratello. Supererà il problema quando avrà raggiunto la maturità per farlo, quindi non forzate i tempi con stratagemmi che possono rivelarsi nocivi.
[Fonte: Riza]
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