Siete rimaste incinte e non sapete proprio come comportarvi: sdraiarsi sul divano e aspettare la fine dei nove mesi o mettersi a fare sport a tutta birra per mantenersi in forma. In realtà nessuna delle due è la risposta corretta. Bisogna continuare a fare la propria vita, facendo attenzione a non esagerare. E sì, un po’ di movimento ci vuole. Un libro molto interessante da leggere è Dall’epidurale alla meditazione. Una via per ritrovare il sacro della nascita di Beatrice Benfenati.
Beatrice Benfenati è una docente di yoga che aiuta le mamme nel percorso dell’attesa e volendo anche dopo.
Lo yoga che insegno, secondo i principi della scuola di Gérard Blitz, non fa apprendere una tecnica, ma la capacità di conoscere il proprio corpo e le proprie potenzialità. Le posizioni (asana) non sono esercizi da copiare, ma uno strumento per sentirsi. Non è il corpo che si adatta alla posizione, ma al contrario la posizione viene interpretata secondo i propri bisogni. Con un lavoro sui muscoli e sulle articolazioni s’impara a muovere il corpo in modo corretto e a rispettarlo. In pratica, l’insegnante ha il compito di aiutare l’allieva a trovare una relazione consapevole con il proprio corpo.
Questo sport deve essere praticato nel rispetto della mamma e del bambino, che non deve essere disturbato durante la gestazione. La pratica dello yoga cambia, a seconda del periodo di gravidanza?
La pratica dello yoga in gravidanza non può essere separata dal parto. Yoga e meditazione, in questo periodo importante della vita di una donna, aiutano le donne a non vivere le sensazioni di “Fascino e Timore”, in opposizione, ma a scoprire come l’uno abbia bisogno dell’altro e come entrambi abbiano un significato che le riguarda e che devono cercare di comprendere.
È quindi importante che la donna accetti la trasformazione del suo corpo e di conseguenza ogni posizione dello yoga viene adatta a quel periodo.
Fonte | Ibs
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