La gravidanza gemellare dizigote si verifica quando due cellule uovo vengono fecondate da due diversi spermatozoi. In questo caso, gli ovociti fecondati si impiantano separatamente nell’utero e danno origine a due embrioni separati e geneticamente diversi. I gemelli dizigoti hanno quindi un patrimonio genetico diverso e possono essere di sesso differente. Per lo stesso motivo non si assomigliano come due gocce d’acqua ma c’è tra loro lo stesso grado di somiglianza che esiste tra due fratelli nati dagli stessi genitori in due epoche differenti, perciò i gemelli dizogoti o bi-ovulari vengono anche definiti gemelli fraterni, falsi gemelli o gemelli diversi.
Mentre la gravidanza gemellare monozigote, in cui cioè una singola cellula uovo si divide in due dopo essere stata fecondata e da origine a due embrioni separati ma geneticamente identici che vengono definit gemelli monozigoti, ha una frequenza costante in tutta la popolazione mondiale, la gravidanza gemellare bi-ovulare è più frequente tra le popolazioni africane e molto rara tra quelle asiatiche.
Questo suggerisce che a determinare le gravidanza gemellare dizigote vi sia un qualche fattore genetico che però attualmente non è stato ancora individuato. D’altra parte questo tipo di gravidanza gemellare è molto più frequente del tipo mono-ovulare (rappresenta i 2/3 di tutte le gravidanze gemellari) ed è in aumento grazie alla diffusione delle tecniche di fecondazione assistita.
La gravidanza bi-ovulare è sempre policoriale e poliamniotica, ovvero ciascuno dei gemelli si sviluppa nel ventre materno con una propria placenta (gravidanza gemellare bicoriale) e un proprio sacco amniotico mentre la gravidanza monozigote può essere sia monocoriale che bicoriale, monoamniotica o biamniotica. I feti possono cioè condividere o meno lo stesso sacco amniotica e la stessa placenta.
Fermo restando che le gravidanze gemellari presentano tutte un rischio più elevato per la salute del nascituro, le gravidanze bicoriali presentano rischi minori rispetto a quelle monocoriali con una percentuale di rischio di morte del feto pari al 9 per cento contro il 25-50 per cento delle gravidanza monocoriali.
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